News Ambiente – Il reato di avvelenamento colposo di acque è reato di pericolo astratto e istantaneo

Nella pronuncia in commento la Suprema Corte di Cassazione ha operato una completa disamina del delitto di avvelenamento colposo di acque di cui agli artt. 439 e 452 c.p. In ordine alla natura del reato, infatti, la Quarta Sezione, ribadendo quanto già affermato in risalenti sentenze, ha sostenuto che trattasi di reato di pericolo astratto o presunto il quale, ai fini della sua configurabilità, richiede, però, che un avvelenamento vi sia stato. Quest’ultimo, per qualità e quantità di sostanze, deve essere di per sé produttivo di un rischio, scientificamente accertato, per la salute pubblica. Sul punto, se da un lato non è sufficiente il mero superamento dei limiti soglia, aventi natura precauzionale, dall’altro non è neppure necessario che il pericolo abbia una potenzialità letale. In secondo luogo, il delitto in parola si pone quale reato istantaneo ad effetti permanenti la cui consumazione si realizza nel momento in cui si verifica il fenomeno di inquinamento della falda acquifera.

Cass. Pen., Sez. IV, 24 Ottobre 2018 – Ud. del 25.09.2018 – n. 48548