News Sicurezza – L’adempimento delle prescrizioni imposte dall’Autorità di vigilanza non esime il Giudice dall’accertamento circa la sussistenza degli elementi costitutivi del reato

In primo grado, il Tribunale competente aveva ritenuto l’imputato responsabile del reato di cui all’art. 71 comma 1° D.lgs. 81/2008, adducendo a giustificazione del menzionato dispositivo – tra le altre – la circostanza per cui alcune considerazioni formulate dal consulente tecnico della difesa potessero ritenersi superate dall’ottemperamento volontario dell’incolpato alle prescrizioni imposte dall’autorità di vigilanza, con conseguente sua adesione all’impianto accusatorio.

La Suprema Corte di Cassazione, investita della questione con autonomo ricorso, ha, di contro, ritenuto sussistente il vizio dell’omessa motivazione da parte del Giudice di merito in ordine alle deduzioni addotte dal tecnico della difesa e incidenti sulla sussistenza del reato; queste, infatti, non potevano dirsi superate dell’avvenuto adempimento da parte dell’imputato al procedimento di sanatoria delle irregolarità riscontrate. Tale comportamento, infatti, non è in grado di assumere valenza confessoria e, in ogni caso, lo stesso opera su un piano che è distinto da quello della configurabilità del reato; d’altronde, è ormai pacifico in giurisprudenza, come gli esiti della procedura di regolarizzazione in sede ispettiva non possano incidere né influenzare l’esercizio dell’azione penale.

Cass. Pen., Sez. III, 30 Agosto 2023 – Ud. del 26.04.2023 – n. 36186 Pres. L. Marini Rel. F. Zunica.